I VENTISEI MARTIRI DEL GIAPPONE.
Il 15 agosto 1549 i gesuiti Francesco Saverio, Cosme de Torres e Giovanni Fernandez partirono dalla Spagna e arrivarono a Kagoshima, con lo scopo di evangelizzare il Giappone. Una volta che si furono stabiliti, Il 29 settembre dello stesso anno, Francesco Saverio incontrò Shimazu Takahisa, il daimyo di Kagoshima, per chiedergli il permesso creare una missione cattolica all'interno dei suoi domini, Takahisa acconsentì, garantendogli anche la protezione dei suio missionari. In un primo momento, lo shogunato ed il governo imperiale sostennero i missionari cattolici, anche per poter ridurre il potere dei monaci buddisti e migliorare i rapporti commerciali con la Spagna ed il Portogallo tanto che alla fine del XVI secolo la missione gesuita riuscirà a convertire circa 300.000 giapponesi al cristianesimo. Tuttavia lo shogunato guardava con sospetto il cristianesimo e rendendosi conto dell'enormità del fenomeno della conversione, cominciò ad ostacolarla e in seguito a perseguitarla.
Infine il cristianesimo venne definitivamente vietato e i giapponesi convertiti che rifiutavano di abiurare la fede cattolica vennero uccisi. Il 5 febbraio 1597 a Nagasaki ventisei cattolici di cui sei missionari francescani europei, tre gesuiti giapponesi e diciassette terziari francescani giapponesi, compresi tre giovani ragazzi, crocefissi una volta saliti sulla croce, veniva loro inferto il colpo finale con delle lance. I martiri del Giappone sono stati canonizzati l'8 giugno 1862 da papa Pio IX e vengono tutt'oggi commemorati il 6 febbraio.
..."OGNI PENNELLATA È LA MIA PREGHIERA"...
LA CHIESA DEI SANTI MARTIRI GIAPPONESI
La prima pietra per la costruzione della chiesa fu posta nel 1863 con la benedizione di Papa Pio IX e fu dedicata alla causa della canonizzazione dei Santi Martiri Francescani del Giappone. Dopo oltre otto anni, il 13 giugno 1872, giorno della festività di S. Antonio da Padova, la Chiesa venne consacrata. I Frati Francescani Minori fecero così il loro ingresso ufficiale nella realtà ecclesiale di Civitavecchia. Durante il bombardamento del 30 agosto 1943, venne distrutto quasi tutto il corpo della costruzione tranne una parte della facciata e il campanile. La chiesa, come la conosciamo oggi, risale invece al 1950.
Il 4 ottobre dello stesso anno proprio in occasione della consacrazione della chiesa Agostino Kanayama, l’incaricato del Giappone presso la Santa Sede, venne a Civitavecchia. Egli fu colpito dalle pareti spoglie della chiesa e pensò di farle affrescare da un famoso pittore nipponico, Luca Hasegawa giunto da poco a Roma proprio per le celebrazioni dell'anno Santo. Il pittore accettò subito con entusiasmo l’incarico. Ma chi era Luca Ryuzo Hasegawa? Nasce a Tokyo nel 1897. Nel 1914 fu battezzato presso la scuola dei Marianisti con il nome Luca (nome del santo patrono dei pittori) mentre Roka è il nome d’arte in giapponese. Nel 1928 fondò l’Associazione degli Artisti Cattolici Giapponesi. Fu il pioniere della tecnica di affresco in Giappone. Proprio con questa teccnica, dal 1951 al 1957, si dedicò alla decorazione pittorica della chiesa dei Martiri Giapponesi in Civitavecchia. La bellissima Madonna col bambino con i suoi lineamenti orientali e con indosso un kimono tipico del XVI risulta essere unica nel suo genere invidiata e famosa in tutta Europa. Ai lati della Madonna sono dipinti, a sinistra, Hasekura Tsunenaga il primo Ambasciatore in occidente e San Francesco Saverio che fu il primo gesuita ad introdurre la religione cristiana in Giappone; a destra troviamo S. Francesco d’Assisi, fondatore dell’Ordine, e Santa Firmina, protettrice di Civitavecchia. Ad incorniciare l'abside, i cinque dipinti che raccontano il supplizio dei 26 martiri giapponesi, caduti sul colle di Nagasaki il 5 febbraio 1597.
Hasegawa lavorò a questo progetto per amore di Dio e non riscosse alcun compenso, questa sua profonda fede si percepisce dal suo autoritratto, posto in basso a sinistra su uno dei dipinti del coro, raffigurato con le mani giunte in segno di preghiera. "Ogni pennellata è la mia preghiera" affermò. Al pittore, venne conferita la cittadinanza onoraria di Civitavecchia il 6 novembre 1954 e lui, per riconoscenza, donò all’Amministrazione Comunale, il “cartone” su cui dipinse la Madonna con il bambino. Luca Hasegawa si spense a Roma nel luglio del 1967, all’età di settant’anni, colpito da infarto. I funerali furono celebrati, come sua richiesta, proprio nella chiesa dove egli aveva tanto lavorato, con profondo amore e spiritualità, tuttavia il progetto di terminare la chiesa con nuove decorazioni, rimase custodito nella sua anima.
A C U R A D I M A U R A B A R B A N I
Comments